Cartoline e ‘genius loci’
“Promemoria” numero 5 – Introduzione
Tutte le cose che ci interessano, che ci toccano, che sono veramente importanti per noi, non sono lì dove tradizioni e abitudini sono avvezze a riporle, come asciugamani messi a posto e ben piegati nei cassetti dove stanno, in aspettativa di chi per legge di successione li recupererà.
Barbara Spinelli, Il soffio del mite, 2012
Questo numero di “Promemoria” è un po’ speciale. Non solo perché, come non sfuggirà ai lettori più attenti, presenta una distribuzione delle pagine e delle rubriche leggermente diversa rispetto al solito. E’ speciale soprattutto perché segna la prima importante sosta nel viaggio della nostra rivista, iniziato nel 2010 con il bagaglio di trepidazione e dubbi – ma anche aspettative – che ogni partenza porta con sé, e proseguito con entusiasmo vivace anche grazie all’incontro con interessanti compagni di cammino. Un viaggio lungo cinquecentosettantasei pagine e un numero imprecisato di immagini (oltre mille, perlopiù inedite), grazie al quale abbiamo conosciuto storie, persone, luoghi, sempre cercando di capire come trarre dalla memoria in tutte le sue declinazioni orientamento per un presente enigmatico.
Un’annotazione a margine: scorrendo le pagine – cartacee o virtuali – di quotidiani e riviste, e ancor più frequentando il web, è facile notare come la memoria, le “radici locali” e le “microstorie” siano diventate negli ultimi anni uno dei più pregnanti mezzi di comunicazione della specificità del made in Italy. Indicazione non trascurabile, che induce forse alla speranza, o quantomeno ci offre un po’ di conforto, oltrepassando l’orgia di parole ormai consunte dalle quali, sulle stesse pagine, tracima il vuoto vertiginoso di pensiero – e di azione – di larga parte della classe dirigente italiana. Non deve essere un caso, la riflessione si presenta al momento di mandare in stampa la rivista, che più del solito “Promemoria” numero 5 proponga immagini del secondo dopoguerra, della “ricostruzione”, dalle fotografie di Coppi del 1950 alle cartoline con ‘vedutine’ e “Saluti da” dei primi anni Sessanta.
Proprio ai luoghi, al Genius Loci in realtà, sono dedicate le pagine dell’Album di Famiglia, cuore di “Promemoria” sin dalla prima uscita. Come avi e parenti nelle foto di gruppo i paesi dai quali “Promemoria” è partita – i cinque Comuni dell’Unione di Pian del Bruscolo: Colbordolo, Monteciccardo, Montelabbate, Sant’Angelo in Lizzola e Tavullia – si mostrano nelle loro inquadrature più tipiche, quelle che ogni visitatore non manca di registrare e “condividere”, oggi con il telefonino e Instagram, ieri con la Voigtlander appesa al collo nell’astuccio di cuoio o con la più impegnativa Polaroid istantanea.
Il nostro viaggio proseguirà con forme e modi differenti da quanto sperimentato sin qui: ci auguriamo che i lettori continuino a esserci vicini con il loro affetto e le loro domande.
Ringrazio ancora una volta tutti coloro i quali hanno sostenuto “Promemoria”: chi ha creduto nel progetto da quando era solo un’idea e chi a quest’idea ha dato strumenti per andare lontano, impegnandosi spesso in prima persona in questioni pratiche, niente affatto secondarie. Grazie agli amministratori e ai dipendenti degli Enti promotori; a Banca dell’Adriatico, per i suggerimenti e (si può dire? ma sì) il tifo, l’incoraggiamento prezioso. Grazie a tutti i collaboratori, per la pazienza e la disponibilità e, di nuovo, grazie a chi ha condiviso la propria storia con noi. è stato proprio un bel viaggio. Grazie, “Promemoria”.
Cristina Ortolani
