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Memorie di una zitella, 3. Lavori in corso, Luigi Badioli & figli

Tra Pesaro e dintorni molti sono i lavori realizzati dalla ditta Luigi Badioli e figli. Terzo appuntamento con i frammenti autobiografici di Maria Teresa Badioli

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La Ditta di costruzioni Badioli Luigi e Figli fu costituita a Pesaro nel 1925. Composta da Saturno, Francesco (ingegnere), Guido (geometra), Ivo (ragioniere), operò fino al 1954, anno dello scioglimento, a Pesaro e provincia (San Lorenzo in Solfinelli, Gabicce, Gradara, Mombaroccio, Fossombrone…) ma non solo: negli anni Trenta del ‘900 i Badioli lavorarono anche a Falconara, Ancona, Città di Castello, Napoli, Cagliari, Sassari, Sondrio. Nel 1937 la Ditta Badioli, che ai cantieri affiancava già la vendita di materiali per l’edilizia, ampliò il proprio campo d’azione acquistando le due fornaci per laterizi di Villa San Martino e di Cattabrighe.

Tra i lavori realizzati dai Badioli nel territorio degli antichi castelli di Pesaro spiccano il consolidamento dell’abitato di Belvedere Fogliense e Tomba (ora Tavullia), effettuato nel 1927 su commissione del Corpo Reale Genio Civile di Pesaro per un importo di L. 181.039, 95; il progetto e costruzione del campanile della Chiesa parrocchiale di Montelabbate, iniziato nell’Agosto del 1928, e la costruzione, nell’Autunno 1929, di una briglia a difesa del ponte sul Foglia presso Montecchio (importo dei lavori L. 158.858,52). Nel 1948, infine, ai Badioli fu affidata la ricostruzione case per i senza tetto a Monteciccardo. Di lavori si parlava ovviamente in casa, ma soprattutto durante il pranzo e la cena: erano il nonno e i figli che si aggiornavano vicendevolmente sull’andamento dei lavori in corso o si scambiavano opinioni o prendevano decisioni sul prosieguo dell’attività. Intorno al grande tavolo ovale [della casa di via Marsala 17, a Pesaro] fino alla morte del nonno (1933) ci si riuniva giornalmente in otto, tolte le lunghe assenze di zio Guido per i cantieri della Sardegna, dopo il 1926, ma talvolta erano presenti anche lo zio Arturo, di passaggio tra un treno e l’altro e la zia Elvira di Fano, che badava alla cucina, essendo un’ottima cuoca (notizie tratte dai quaderni di Maria Teresa Badioli e da Luigi Badioli, Note sulla genealogia della Famiglia Badioli e della Famiglia Barbanti, dattiloscritto, Archivio Maria Teresa Badioli).

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